
Contenuti zero click: più visibilità, meno click
Negli ultimi mesi mi sono trovato spesso a rispondere alla stessa domanda: “Ma se in pochi cliccano, a cosa serve pubblicare costantemente contenuti?”.
La risposta è semplice: serve eccome. Perché oggi il valore di un contenuto non si misura più solo in accessi al sito. Si misura in visibilità, riconoscibilità, autorevolezza. E i contenuti zero click stanno diventando uno degli strumenti più efficaci in questo senso.
Dall’introduzione delle AI Overview basate sull’intelligenza artificiale (AIO), avvenuta poco più di un anno fa, il comportamento degli utenti su Google è cambiato in modo evidente. Secondo uno studio recente, i click sui risultati organici sono diminuiti del 30% su base annua, mentre le impression sono aumentate del 49%. In pratica, le persone cercano di più, ma cliccano meno.
Nel 2024, quasi il 60% delle ricerche su Google si è concluso senza alcun click, e il dato è in crescita. A maggio 2025, le AI Overview erano già presenti nel 47% delle ricerche. I test interni di Google indicano che presto supereranno l’80% delle query informative.
Queste risposte generate dall’intelligenza artificiale occupano gran parte dello schermo, soprattutto da mobile, dove possono arrivare a coprire fino al 75,7% della visualizzazione. Quando si aggiungono gli annunci sponsorizzati, gli snippet in evidenza e i risultati locali, lo spazio per i risultati organici veri e propri diventa sempre più limitato.
Cosa sono i contenuti zero click
Con “contenuti zero click” intendiamo quei contenuti che raggiungono il proprio obiettivo senza bisogno che l’utente clicchi. Non portano su una landing page, non rimandano a un blog, non spingono all’iscrizione a una newsletter. Offrono valore direttamente nel contesto in cui appaiono: il feed di LinkedIn, un carosello su Instagram, una risposta in un motore AI come ChatGPT o Gemini.
Sono contenuti che non chiedono nulla in cambio. Informano, spiegano, ispirano. E lo fanno subito. In modo chiaro. Senza filtro.
Perché funzionano
Le persone sono stanche. Stanche di essere spinte a cliccare, a leggere di più, a “scoprire come”. Non hanno tempo. E soprattutto, vogliono risposte immediate. Il contenuto zero click funziona perché si adatta a questo comportamento. È breve, visivo, utile. E soprattutto non richiede azione.
In più, c’è un aspetto tecnico che non possiamo ignorare: le piattaforme premiano chi trattiene l’utente. LinkedIn, Instagram, TikTok, persino Google, preferiscono contenuti che si consumano all’interno della piattaforma. Ogni clic verso un sito esterno è una persona in meno nel loro ecosistema. Quindi il tuo post che “dice tutto” ha più probabilità di essere visto. E ricordato.
Cosa cambia nella strategia SEO
Per anni abbiamo scritto pensando al traffico. Ogni articolo doveva attrarre visite. Oggi serve un cambio di prospettiva. Non si tratta più solo di portare persone sul sito. Si tratta di far sì che il messaggio arrivi, anche se il visitatore non clicca.
I contenuti zero click rispondono direttamente alle domande. Sono strutturati per essere letti in un istante. E spesso, sono proprio questi i contenuti che vengono usati dagli assistenti AI per generare risposte. Se il tuo brand compare lì, senza che nessuno debba visitare il tuo sito, hai già vinto in reputazione.
Quali sono i nuovi KPI
Dimentica il traffico. O meglio, non considerarlo l’unico obiettivo. Quando pubblichi contenuti zero click, devi misurare altro:
- Salvataggio: un post salvato vale più di mille clic.
- Condivisione: un contenuto utile viene diffuso. È questo il vero passaparola digitale.
- Commenti: le interazioni genuine indicano interesse reale.
- Citazioni: se qualcuno dice “ho letto un tuo post su LinkedIn” è un KPI.
- Screenshot: finiscono su Slack, nei gruppi, nelle chat. Non si tracciano, ma esistono.
Non è facile rinunciare ai numeri classici. Ma se iniziamo a misurare attenzione e ricordo, ci accorgiamo che spesso un contenuto visto e compreso vale più di un fugace click.
Come creare un contenuto zero click
Il segreto è pensare che il tuo sito non esista. Che l’unico posto dove puoi parlare al tuo target sia quel singolo post. E allora:
- Scegli un messaggio chiaro. Uno solo.
- Scrivi come se stessi parlando a una persona, non a un target.
- Usa formati visivi: caroselli, schemi, numeri.
- Dai valore subito: niente teaser, niente “clicca per sapere di più”.
- Sii utile, sempre.
Un esempio? “3 errori da evitare nel primo contatto con un cliente” in un carosello su LinkedIn. Oppure una lista completa di strumenti per il digital marketing in un post X (Twitter). Oppure una mini-pillola video in cui spieghi un argomento in 30 secondi.
Cosa cambia per un’agenzia come la nostra
In dpsonline* ci siamo sempre misurati con l’efficacia dei contenuti. Ma oggi sappiamo che non basta portare traffico. Serve lasciare qualcosa in mente dell’utente. E spesso lo facciamo proprio con i contenuti zero click. Sono quelli che generano più interazioni, più dialogo, più reputazione. Sono quelli che le persone ricordano.
Abbiamo iniziato a lavorare anche sull’indicizzazione nei motori AI. Non basta più ottimizzare il titolo per Google. Serve scrivere risposte complete, pensate per essere “catturate” da strumenti come Google Gemini. La forma cambia, ma il principio resta: offrire valore autentico.
Quali sono i vantaggi reali
Chi crea contenuti zero click non si nasconde. Non ha paura di dire tutto subito. E viene premiato:
- Maggiore riconoscibilità: anche chi non clicca, si ricorda di te.
- Più autorevolezza: se informi senza chiedere nulla, ispiri fiducia.
- Migliore diffusione: il contenuto gira meglio. Anche fuori dai canali ufficiali.
- Più impatto: quando le persone ti citano, anche senza aver visitato il sito, stai vincendo.
Servono coraggio e chiarezza
Non è facile. Serve uscire dalla logica del “funnel” classico. Ma chi lo fa, spesso scopre che l’impatto vero è altrove. In una frase letta e ricordata. In un consiglio pratico salvato. In un messaggio condiviso in un team.
Un contenuto zero click non vende. Ma prepara il terreno. Non porta traffico, ma porta fiducia. Non converte subito, ma crea connessioni durature.
Noi ci crediamo. Sempre più nostri clienti lo stanno capendo e soprattutto vedono i risultati.
Essere presenti senza bisogno di click è una forza. Non un limite.