
IA: tra sogni di ricchezza e la dura realtà
L’Intelligenza Artificiale (IA), da molti è considerata quella scintillante promessa di ricchezza, capace di trasformare il più umile dei mortali in un re Mida digitale. O almeno, così ci propinano. Se avete passato anche solo cinque minuti su internet negli ultimi tempi, probabilmente vi siete imbattuti in articoli che promettono mari e monti grazie all’AI.
Il seducente mito della ricchezza facile
- “Come progettare adesivi pronti per la stampa con Midjourney e guadagnare 5000 $ al mese“,
- “Processo passo dopo passo per guadagnare facilmente centinaia di dollari con ChatGPT & Midjourney“,
- “Come una ragazza ha guadagnato 2000 $ in 17 giorni utilizzando strumenti IA come MidJourney e ChatGPT“,
- “Come ho guadagnato il mio primo milione dormendo” sembra essere il leitmotiv.
E chi non vorrebbe guadagnare denaro mentre dorme?
Alzate la mano. Tutti?
Bene, continuiamo.
Aspettative e delusioni
Ecco la verità amara, mescolata con un pizzico di sarcasmo e una spruzzata di realismo: l’IA è uno strumento fantastico, ma non è la bacchetta magica finanziaria che alcuni vorrebbero farci credere.
Mi sono imbattuto nel racconto social di un pioniere dell’IA, che si è tuffato nell’universo generativo di Midjourney con la fervida speranza di rivoluzionare il mercato dei biglietti di auguri, la sua storia serve da perfetto monito. Dopo aver prodotto abbastanza immagini da riempire il vuoto esistenziale di un buco nero, si è reso conto che, forse, solo forse, l’entusiasmo iniziale era un po’ sopravvalutato.
Per chi sogna di fare il bagno in una piscina di banconote grazie all’IA, ecco una notizia: la quantità non equivale a qualità. Sì possono creare migliaia di design o di testi, ma se l’unico che li apprezza è il gatto (e solo perché spera di catturare il cursore che si muove sullo schermo), forse è il momento di riflettere sulla vera ricchezza che si sta cercando.
Trovare la propria nicchia
L’impiego dell’intelligenza artificiale ha saturato a tal punto settori come quello del print on-demand, rendendo quasi impossibile distinguersi, farsi notare e, soprattutto, realizzare vendite, a meno di non rivolgersi a un mercato di nicchia come quello di indumenti per extraterrestri appena arrivati sul nostro pianeta.
Allora, cosa si dovrebbe fare? Rinunciare completamente all’idea di guadagnare con l’IA? Certamente no. L’IA è uno strumento incredibile, con il potenziale di cambiare il modo in cui lavoriamo, creiamo e pensiamo. Tuttavia, la chiave sta nell’uso che ne facciamo. Invece di pompare contenuti generici con la speranza di trovare un filone d’oro, perché non ci si può concentrare sulla creazione di qualcosa di veramente unico e di valore? Perché non utilizzare l’IA per esplorare le profondità della nostra creatività, piuttosto che utilizzarla come un’ennesima leva per tentare di spremere denaro da un sasso?
In conclusione, bisogna usare l’IA con saggezza. Lasciare che ci ispiri, che ci aiuti ad arrivare ai confini della creatività, piuttosto che intrappolarci in un ciclo infinito di produzione di contenuti mediocri. Se l’uso dell’IA ci sta stressando più di quanto ci stia divertendo, forse è il momento di spegnere il computer e, chissà, di portare a fare pipì il peloso di famiglia.
Dopotutto, non c’è algoritmo che possa replicare il valore del tempo trascorso con chi si ama.