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Marketing dell’immortalità

Marketing dell’immortalità

Tempo lettura stimato: 4 min

Il desiderio umano di vivere più a lungo possibile, o addirittura di sconfiggere la morte, non è una novità: attraversa tutta la storia della civiltà umana e recentemente è stato riproposto con successo dal film “The Substance“, interpretato da Demi Moore. Negli ultimi anni, tuttavia, la combinazione tra innovazioni scientifiche, biohacking e strategie di marketing ha dato vita con forza a una nuova industria: quella del cosiddetto marketing dell’immortalità.

Cos’è il marketing dell’immortalità?

Il marketing dell’immortalità comprende tutte quelle pratiche commerciali che vendono, direttamente o indirettamente, prodotti e servizi legati all’estensione della vita, al benessere prolungato e alla promessa, più o meno esplicita, di rallentare, fermare o invertire il processo di invecchiamento. In questo contesto, la longevità diventa non solo un obiettivo scientifico, ma un prodotto altamente vendibile.

La crescente diffusione della cultura del biohacking —pratiche e tecnologie volte a ottimizzare le prestazioni fisiche e cognitive del corpo umano— ha creato un terreno fertile per strategie di marketing estremamente efficaci. Integratori, dispositivi medici, trattamenti genetici personalizzati, e persino tecnologie digitali vengono presentati come strumenti in grado di rivoluzionare la nostra aspettativa di vita.

Alcuni esempi significativi

Uno degli esempi più evidenti di marketing dell’immortalità proviene dalle aziende della Silicon Valley, dove imprenditori e investitori di alto profilo, come il co-fondatore di Google Larry Page e il miliardario Peter Thiel, hanno finanziato progetti ambiziosi focalizzati sulla longevità estrema. Aziende come Calico (di proprietà di Alphabet) e Unity Biotechnology lavorano per identificare trattamenti anti-invecchiamento che possano teoricamente aumentare radicalmente la durata e la qualità della vita umana.

Altro esempio emblematico è quello rappresentato dalla start-up statunitense Ambrosia, che ha venduto trattamenti a base di trasfusioni di sangue giovane, sostenendo la possibilità di ringiovanire chi riceveva il trattamento. Sebbene l’efficacia scientifica di tale pratica sia stata molto contestata, il successo commerciale e mediatico è stato notevole, mettendo in luce le potenzialità del marketing basato sulla promessa della longevità.

Anche il biohacking personale e domestico è diventato popolare: prodotti come integratori alimentari altamente specifici, dispositivi wearable avanzati per monitorare e migliorare la salute, e persino strumenti per la crioterapia o l’esposizione alla luce rossa sono venduti online con grande successo, alimentati dalla narrativa della lotta all’invecchiamento.

Aspetti etici del marketing dell’immortalità

Il marketing dell’immortalità, nonostante la sua efficacia commerciale, solleva importanti questioni etiche. La promessa, spesso implicita o esplicita, di fermare o invertire l’invecchiamento può creare aspettative irrealistiche, sfruttando ansie profonde relative alla morte e al declino fisico.

Molte pratiche vendute sotto l’etichetta della longevità estrema non hanno ancora basi scientifiche solide. Questo rappresenta un rischio reale per i consumatori, che potrebbero spendere ingenti somme per trattamenti inefficaci, nella migliore delle ipotesi, e dannosi nella peggiore. La responsabilità etica delle aziende e dei professionisti del marketing in questo settore è dunque cruciale, perché la salute fisica ed emotiva delle persone non può essere gestita come un semplice prodotto.

Inoltre, il marketing dell’immortalità rischia di aggravare le disuguaglianze sociali: trattamenti molto costosi, riservati a pochi privilegiati, potrebbero accentuare ulteriormente la distanza tra classi sociali, creando nuove forme di esclusione basate sull’accesso alla longevità.

Longevità sostenibile: la necessità di trasparenza e regolamentazione

Un marketing responsabile della longevità dovrebbe basarsi sulla trasparenza, sull’informazione chiara e su una solida validazione scientifica. È necessario che i prodotti e servizi offerti siano supportati da studi rigorosi e comunicati in modo corretto, senza alimentare aspettative ingannevoli.

Molti esperti sostengono la necessità di regolamentazioni più stringenti per proteggere i consumatori e guidare l’industria verso una crescita sostenibile. Questo approccio tutelerebbe le persone, assicurerebbe pratiche eticamente corrette e consentirebbe al settore della longevità di svilupparsi in maniera credibile e costruttiva.

Il futuro del marketing dell’immortalità

Il marketing dell’immortalità e la cultura del biohacking continueranno probabilmente a crescere negli anni a venire. Man mano che la scienza farà passi avanti, emergeranno nuove opportunità, accompagnate inevitabilmente da nuove sfide etiche e regolatorie.

Il ruolo della comunità scientifica e del marketing etico sarà decisivo per orientare questa crescita verso soluzioni sostenibili, realistiche e benefiche per la società. È fondamentale un approccio umano, basato sul rispetto dei consumatori e sulla chiarezza comunicativa, che metta al centro non solo la longevità in sé, ma soprattutto la qualità della vita.

Perché, alla fine, il vero obiettivo non è vivere per sempre, ma vivere meglio e più a lungo, in modo sano, consapevole e rispettoso dei valori umani fondamentali.

 

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