Tick-Tack, oltre il tempo
Qualche tempo fa, in un cassetto, ho trovato l’orologio di mio Papà.
La cassa in oro lucidata dal tempo e il cinturino sgualcito.
Mio Papà lo aveva ricevuto a sua volta da suo padre, rendendolo un tesoro di famiglia, un testimone silenzioso di generazioni passate.
Nella mia mente si è materializzata la scena: gli occhi di mio nonno, lucidi di emozione mentre passava il testimone di un tempo che non sarebbe più tornato. Mio padre, con un misto di orgoglio e timore, lo accettava, consapevole del peso di quel gesto.
Ho provato a caricarlo, a dargli la corda come diceva lui.
Tick-tack, funziona!
Quell’orologio ha visto gioie e i dolori, ha contato i secondi di vite che si sono intrecciate, ha segnato il tempo di esistenze unite da un filo invisibile.
Ogni tick-tack, un ricordo.
Nel corso degli anni, ho sempre pensato al tempo come a qualcosa di lineare e costante, ma in quel momento, guardando quell’orologio, ho compreso che è molto di più.
Il tempo è un tessuto di esperienze e ricordi, un mosaico di momenti che, una volta vissuti, diventano eterni.
Ciò che rende un orologio speciale non è soltanto la sua precisione o il suo aspetto, ma le storie e i momenti che ha testimoniato o che testimonierà.
Ho deciso allora che non avrei più vissuto secondo gli orologi, ma secondo ciò che insegnano sull’arte di vivere bene.
Non avrei più contato i minuti, ma avrei raccolto momenti.
Non avrei più temuto il passare del tempo, ma avrei abbracciato ogni esperienza come un prezioso regalo.
Mentre riponevo l’orologio nel cassetto, ho promesso a me stesso che, invece di essere schiavo del tempo, avrei imparato ad abbracciare ogni momento con gratitudine e presenza.
Ogni tick-tack è un passo nel viaggio della vita.
Grazie Papà!