La sostenibilità della comunicazione: quando “intossichi” i tuoi clienti (3/5)
Ormai il messaggio è forte e chiaro: la sostenibilità vale anche per la comunicazione in azienda. Ma non è solo questione di risparmiare sulla carta della stampante. Si tratta di produrre comunicazione qualitativamente sostenibile in sè.
Ad esempio: quando la tua azienda pianifica la sua comunicazione commerciale, siamo 100% sicuri (ok, va bene anche al 75%!) che questi contenuti non “intossicano” i potenziali clienti con messaggi ripetuti, triti e ritriti, senza nessun appeal, interesse, utilità, vantaggio, senza riuscire ad accendere neppure mezzo neurone in chi li legge?
Ecco, questo è il punto.
Se fai così, se comunichi così, non fai altro che inquinare, sporcare. Cosa? Ma la tua reputazione, il tuo prestigio, la tua capacità di attirare potenziali clienti o semplicemente nuovi fan. Le newsletter fatte ogni tanto, a caso, magari per invitare ad un evento fondamentale per la tua azienda. Ok. Ma è come se non chiami mai gli amici, non ti preoccupi mai di come stanno e poi all’improvviso, cinque giorni prima di un evento, gli mandi un invito secco senza tanti dettagli e motivazioni. Quale reazione ti aspetti?
L'”intossicazione” di comunicazione non sostenibile è quando, ad esempio:
- usi i social come fossero la Gazzetta Ufficiale della tua azienda: solo comunicati stampa, freddi, gelidi come una lama di ghiaccio in una notte di gennaio. Oppure scrivi in modo che ti capiscano solo quelli che già ti conoscono.
- scrivi testi cortissimi. Se di un evento racconti solo cosa fai in 1 riga, senza dire perché, con chi, per quale fine, con quali mezzi… cosa pensi che capisca il povero sfortunato che gli tocca leggere il tuo post?
- pubblichi foto senza rispettare il formato adatto. Pagheresti un fotografo che ti fa scatti senza testa o sfocati o troppo scuri o sgranati? Allora perché un fan dovrebbe metterti like ad uno schifo di foto?
- pubblichi la qualunque. Se sei in pausa pranzo al bar all’angolo così come sei alla riunione più importante dell’anno, pubblichi tutto come fosse tutto uguale. Così gli utenti non riescono a capire cosa è veramente importante e cosa non lo è. Risultato: niente sarà davvero importante.
Lo stesso vale quando scrivi i testi del tuo sito o i post del tuo blog o, ancora di più, il tuo LinkedIn aziendale: è meglio fare meno, ma fare meglio. Semplice quanto naturale. Soprattutto “umano”, dunque sostenibile.
Gli utenti sono saturi di comunicazione tossica online. Evitano come la peste i profili che propinano banalità. Ma sono molto attenti e bravi a riconoscere quelli che danno qualcosa di valore. Anche piccolo, non importa. Così iniziano a seguire, commentare, magari comprare.
Alla fine, pensa a fare comunicazione come quando sei in cucina oppure al ristorante. Vuoi ingredienti freschi, una ricetta buona e un gusto soddisfacente. Lo stesso vale per la comunicazione.
Buon appetito!
…e non perderti la prossima puntata: parleremo di “inquinamento”! Occhio!