È formata da un’equazione che descrive la posizione dei punti che formano le immagini e il tipo di linee che uniscono tali punti. Questo formato ha il vantaggio di creare file dalle dimensioni contenute e la possibilità di ridimensionamento senza subire distorsioni.

Fase di lavorazione successiva al menabò, alla bozza o al layout. Sia nell’impaginato che nel menabò tutti gli elementi compositivi (testi, titoli, foto) vengono collocati definitivamente nella pagina.

Posizionamento corretto nel foglio macchina delle facciate che compongono una pubblicazione, per assicurarne la corretta sequenza di stampa.

Spesso utilizzato per indicare un carattere, il termine deriva dall’epoca in cui il disegno del carattere veniva inciso in un punzone che formava la matrice da cui riprodurre i caratteri.

L’artigiano specializzato che incideva fisicamente il disegno del carattere sulla barra del punzone. Prima dell’utilizzo del pantografo questa attività richiedeva una tale abilità da essere considerata pari a quella del disegno stesso del carattere, al quale peraltro spesso l’incisore contribuiva.

Spazio occupato da elementi compositivo nell'impaginazione

Sistema di stampa digitale. La stampa avviene grazie a una testina che si sposta orizzontalmente lungo il foglio. Sulla testina sono montate cartucce d’inchiostro che, grazie a speciali ugelli (nozzles), spruzzano micro gocce di inchiostro sul foglio di carta formando i caratteri e le immagini.

Il carattere viene definito "inline" quando il tratto che disegna il carattere viene bucato; "outline" quando il disegno è definito solo dalla linea che segue il contorno senza alcun riempimento. A questi effetti grafici viene spesso abbinata un’ombreggiatura.

Lo spazio esistente tra le linee di testo. Prima dell’avvento della fotocomposizione, era ottenuta nella composizione a mano inserendo delle bacchette metalliche che distanziavano le stringhe di caratteri o di immagini.